I silenziosi operai della croce
Scelta di vita consacrata incentrata sull’apostolato verso i malati: questo l’atteggiamento che ci contraddistingue!
Siamo i Silenziosi Operai della Croce, Associazione creata nel 1950 dal beato Luigi Novarese in collaborazione con sorella Elvira Myriam Psorulla. L’attenta e delicata preoccupazione verso la realtà, a quei tempi emarginata, dei malati e dei disabili fu il motore che diede origine alla nostra esistenza come Comunità. Sofferenza del corpo, sofferenza dell’animo, sofferenza dello spirito: ogni aspetto di dolore ha contraddistinto il cammino di Gesù verso la croce e sulla croce e noi abbiamo accolto il dono d’amore immenso del Figlio di Dio come gemma preziosa del nostro campo.
Si può allora capire la “Croce”, ma perché “Silenziosi”? Perché “Operai”?
“Silenziosi” non è sinonimo di “inesistenti”, ma vuol dire essere vigili, in atteggiamento sempre attento e produttivo. “Operai” è parola facile da intuire: è un’azione sempre attiva e presente.
Silenziosi Operai della Croce: essere accanto a di chi prova ogni tipo di dolore nel rispetto completo del mistero della sofferenza, nell’accompagnamento e nella valorizzazione di ciò che ognuno possiede. Cosa mai può avere di così prezioso una persona ammalata? Proprio la sua sofferenza che, donata quotidianamente a Dio, rende frutti di Bene e grande consolazione alle anime.
Silenziosi Operai della Croce: un passo dopo l’altro accanto a chi soffre, presenza fraterna e accogliente nella preghera e nell’umile servizio.
I fondatori dell’opera
Nasce a Casale Monferrato il 29 Luglio 1914, ultimo di nove figli.
La sofferenza mette alla prova la sua vita infatti già alla nascita non riusciva a deglutire. A nove mesi il papà muore improvvisamente. A nove anni inizia l’avventura della sua malattia. Una coxite tubercolare ossea destra lo accompagnerà fino a 17 anni, quando improvvisamente, a seguito delle cure a Pietra Ligure, nell’ospedale elioterapico, e alle preghiere dei giovani di Valdocco guarisce miracolosamente.
Gli anni della malattia costituiscono la formazione alla vita. La tempra forte, l’amore materno, una intensa vita spirituale, lo forgiano per una missione tra i malati.
Il desiderio di diventare sacerdote era stato ostacolato dalla malattia, ma non lo aveva mai abbandonato tale desiderio. Fu così che a seguito della improvvisa morte della mamma, avvenuta nel 1935, ebbe bisogno di rinfrancare il corpo e lo spirito, sposssato dalla malattia e dal distacco materno. Durante l’estate del 1935 andò assieme ad altri giovani a Diano Marina per una sosta, e qui riscopre la sua missione sacerdotale, curare lo spirito! Aveva promesso alla Madonna di farsi medico in cambio della guarigione, ed in questa circostanza scopre che prendersi cura dello spirito aveva una consistenza ed incidenza maggiore. Nello stesso anno, guidato dal suo direttore spirituale, padre Giovanni Ferro, lascia definitivamente la sua amatissima Casale per andare a Roma. Qui compie gli studi per il sacerdozio, si laurea in diritto canonico, va la lavorare nella segreteria dello Stato Vaticano ed inizia la sua opera per e con gli ammalati, con accanto il suo superiore, mons. Montini sempre pronto ad incoraggiarlo in questa missione nuova, dare voce agli ammalati, fargli scoprire il senso della loro vita, toglierli dall’isolamento e dalla inutilità per renderli soggetti attivi. Basta sentirsi di peso, scoraggiati, nascosti, con Novarase la malattia, va affrontata, con una visione nuova: le difficoltà sono fatte per essere superate! L’uomo nuovo è l’uomo libero dalle catene che lo soggiogano, anche se il corpo non può spaziare, la persona emerge con tutte le sue possibilità.
Muore il 20 Luglio 1984 a Rocca Priora. Verrà verrà beatificato l’11 maggio 2013 a San Paolo fuori le mura (ROMA). Le sue spoglie riposano a Roma nella chiesa Santa Maria del Suffragio di Via Giulia.
Giovane donna parte dall’oriente allo scoppio della seconda guerra mondiale per accompagnare lo zio paterno in Italia. Dopo varie traversie arriva a Napoli dalla nonna materna. Elvira era nata ad Haifa il 1 novembre del 1910 da padre greco e madre italiana. Aveva studiato a Gerusalemme e conosceva l’arabo, il greco, il francese, l’inglese, l’italiano e l’ebraico. Già nel 1926 pere Pelle ad Abu Gosh, presso le suore francesi, le preannuncia che non avrebbe mai indossato un abito religioso, ma avrebbe varcato il mare e l’oceano , e avrebbe incontrato un giovane sacerdote per fondare una grande opera. A motivo della guerra e della salute dello zio da Napoli si trasferisce a Roma e continua a lavorare al banco di roma alla sede centrale. Lo zio si aggrava, non vuole stare in ospedale e si trasferisce nel quartiere Trastevere, ove Novarese era curato nei tempi liberi dal lavoro.
Fu così che si incontrarono, cercando un sacerdote che parlasse il francese per il conforto nella malattia allo zio, Novarese si presentò alla loro casa ed accompagnò lo zio nel trapasso finale con il conforto dei sacramenti.
Sorella Elvira dopo un breve rientro in patria nel 1945 dalla sua famiglia è costretta ad andare in Inghilterra presso una zia paterna bisognosa di aiuto a causa della malattia del marito. Ma nel 1947, il 20 febbraio ritorna definitivamente a Roma ove con mons. Novarese fonda il Centro Volontari della Sofferenza e successivamente le altre consociazioni. Il sogno di Novarese: “ insieme a Elvira organizzano un grande raduno di ammalati con tante carrozzelle e barelle con papa Pio XII”. E la premonizione di una giovane capitano a sorella Evira: “troverà un giovane sacerdote e assieme a lui fonderà una grande opera per i malati….” Trovano nell’opera da loro fondata concreta realizzazione.
Donna forte di carattere, di grandi ideali, con finezza d’animo e fede profonda, si mette a servizio della Vergine Santa per l’attuazione dei suoi messaggi di Lourdes e di Fatima. Niente la fermava quando si trattava di servire gli ammalati con dignità e corresponsabilità.
Muore il 30 dicembre del 2009 a Roma. Le sue spoglie riposano nel Santuario di Santa Maria di Valleluogo in Ariano Irpino(AV).
Rocca Maria Madre della Chiesa. Vieni in visita:
Una casa dei Silenziosi Operai della Croce che opera dal 1965 nel campo della formazione e della spiritualità. La presenza di un nucleo comunitario dona vita e vigore, dall’accoglienza, al servizio, alla permanenza come lampada vivente che splende luminosa. La missione specifica dona alla casa accoglienza a chi viandante, cerca senso per una vita segnata dalla sofferenza.