Gesù non è venuto ad abolire la sofferenza, l’ha presa su di se liberamente e volontariamente, proclamando così, con la sua vita umana:
- − che può essere cosa buona soffrire e morire;
- − che la croce e la gioia, per Dio, non hanno lo stesso significato che hanno per noi. Ciascuno di noi è chiamato a partecipare alla Redenzione; ciascuno di noi è chiamato a completare quello che manca ai patimenti di
Cristo ha insegnato all’uomo:
- − a far del bene con la sofferenza;
- − a far del bene a chi soffre. “ […] E tutti coloro che soffrono sono stati chiamati una volta per sempre a diventare partecipi « delle sofferenze di Cristo ». Così come tutti sono stati chiamati a « completare » con la propria sofferenza « quello che manca ai patimenti di Cristo ». Cristo allo stesso tempo ha insegnato all’uomo a far del bene con la sofferenza ed a far del bene a chi soffre. In questo duplice aspetto egli ha svelato fino in fondo il senso della sofferenza… […] ”
(n. 30 Salvifici Doloris)